Un progetto di Francesco Vittorio Grigolo, Laura Vergallo Levi, Sofia Weck
Il campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia, in provincia di Cosenza, è stato fatto costruire da Mussolini per internare ebrei, apolidi e stranieri nemici dopo l’ingresso in guerra dell’Italia a fianco dell’alleato germanico.
Nonostante la mancanza di libertà, la carenza di cibo e le malattie, a Ferramonti gli internati venivano trattati in modo umano e furono possibili attività artistiche e musicali.
Nel campo, in particolare, erano internati molti musicisti, alcuni dei quali sarebbero divenuti molto noti nel dopoguerra. Tra essi, il trombettista Oscar Klein, il direttore d’orchestra Lav Mirski, il pianista Sigbert Steinfeld, il cantante Paolo Gorin, il compositore Isko Thaler e il pianista Kurt Sonnenfeld, giovane ebreo viennese, che sperava di espatriare negli Stati Uniti, ma venne arrestato a Milano e inviato a Ferramonti.
Spesso nel campo venivano organizzati concerti, sia strumentali che corali, e spettacoli di vario tipo, cui gli internati dettero il nome di “Serate Colorate”, dove il jazz, il cabaret, l’operetta dominavano la scena.
Di tutta questa ricchezza musicale è stata salvata una scatola di spartiti manoscritti: erano le musiche scritte ed eseguite a Ferramonti.
Un “racconto musicale” sulle composizioni, le atmosfere, le musiche, le parole e le emozioni dei diari, la vita quotidiana degli internati.
Il materiale musicale, molto del quale inedito e conservato in biblioteche e centri di studio, è stato arrangiato, ove necessario, da Francesco V. Grigolo.